Sonata a Kreutzer (Italian Edition) by Tolstoj Lev

Sonata a Kreutzer (Italian Edition) by Tolstoj Lev

autore:Tolstoj, Lev [Tolstoj, Lev]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788899447977
pubblicato: 2015-09-07T00:00:00+00:00


XVII.

– Così vivevamo. Le nostre relazioni diventavano sempre più ostili, e finalmente giunsero a tal punto che non erano i dissensi che producevano l’odio, ma l’odio che produceva i dissensi: essa stava per dire una cosa e io già la contraddicevo prima che l’avesse detta, e lo stesso faceva lei.

Ma al quarto anno eravamo già a tale che comprendevamo l’impossibilità di star d’accordo. Smettemmo perfino di tentare di condurre un discorso sino alla fine. Sulle più piccole cose, specialmente quando si trattava dei bambini, ognuno rimaneva con la sua opinione. Come ora ricordo, le opinioni che io sostenevo non mi stavano talmente a cuore che non avessi potuto abbandonarle; ma essa era dell’opinione contraria e avrei dovuto cedere, cedere a lei. Questo io non potevo fare e lei neppure. Essa era sempre persuasa di aver ragione contro di me e io credevo sempre di esser un santo a paragone di lei. Sicchè eravamo quasi ridotti al silenzio o a conversazioni che anche gli animali, credo, potrebbero avere fra loro: «Che ore sono? È tempo di andare a dormire. Che c’è di pranzo oggi? Dove si va? Che c’è nel giornale? Bisogna chiamare il dottore. Nascia ha mal di gola». Bastava allontanarsi di un capello da questo stretto cerchio di argomenti per andar subito in furore. Avvenivano urti e ci scambiavamo espressioni di odio per il caffè, per una tovaglia, per una carrozza, per un giuoco di carte, sempre per motivi che non potevano avere alcuna importanza nè per questo nè per quello. In me, almeno, l’odio verso di lei spesso ribolliva terribilmente. A volte osservavo come lei mesceva il the, come dondolava un piede, come portava il cucchiaio alla bocca, come soffiava sui liquidi caldi, come li aspirava, e l’odiavo per questi suoi gesti come se fossero cattive azioni. Io non notavo allora che i periodi d’irritazione si succedevano in me a intervalli regolari, alternandosi con periodi che noi chiamavamo di amore: un periodo di amore, un periodo d’irritazione; un violento periodo di amore, un lungo periodo d’irritazione; un periodo più debole di amore, un corto periodo d’irritazione. Allora non capivamo che quest’amore e questa irritazione erano il medesimo animalesco sentimento, soltanto con differenti fini. Vivere così sarebbe stato terribile se ci fossimo resi conto della nostra situazione; ma noi non capivamo e non ce ne accorgevamo. La salvezza e insieme il supplizio dell’uomo stanno in ciò che, quando egli vive irregolarmente, può ingannare sè stesso per non vedere la miseria della sua posizione. Così facevamo anche noi. Essa tentava stordirsi sforzandosi di occuparsi, di esser sempre affaccendata: il maneggio della famiglia, la casa, i suoi vestiti e quelli dei bambini, la loro istruzione, la loro salute. Anch’io avevo la mia ebbrezza: ebbrezza pel mio ufficio, per la caccia, per il giuoco. Tutt’e due eravamo continuamente occupati. Tutt’e due sentivamo che quanto più eravamo occupati più cresceva la nostra ostilità uno verso l’altro. «Tu puoi bene far la smorfiosa – pensavo – ecco, mi hai tormentato con le tue scene tutta la notte e io domani ho una seduta».



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